Dall’ inizio della pandemia insieme alla salute fisica è stata chiamata in ballo anche la salute mentale.
Lo stato di emergenza può far persistere il forte impatto emotivo dovuto al COVID-19, ma anche rischiare di perdere di sensibilità emotiva.
Gli adulti si trovano a correre per ovviare agli impegni, anche tra le stesse mura domestiche, ma spesso con la testa altrove.
Le persone non sono a oggi preparate a far fronte a tutto questo, non è possibile ricordare una situazione simile a questa, tanto meno individuare dei modelli di comportamento vincenti.
E così le conseguenze di un prolungato stato di turbamento possono avere ricadute sul sonno, portare a disturbi psicosomatici, depressione e ansia.
L’insicurezza che genera il COVID-19 potrebbe talvolta sfociare in crisi psichiche in diverse età.
Se questo accade a un adulto di riferimento per un bambino e per un ragazzo, cosa succede ai giovani e ai giovanissimi? Il loro bisogno di attenzioni e sicurezza potrebbe venire intaccato e nonostante imparino presto a tollerare i comportamenti degli adulti e sopportare la frustrazione che ne deriva, questo non toglie che sia doveroso ricavarsi comunque del tempo e dello spazio per loro.

Raccontare e condividere la propria esperienza come persona con i propri difetti, limiti e difficoltà, senza incarnare necessariamente il ruolo di genitore, insegnante, educatore perfetto. Farà bene all’adulto come al giovane.
Spiegare correttamente quel che succede nei limiti di quel che sono in grado di elaborare per la loro età, diventa per loro un momento di ulteriore responsabilizzazione, più di quanto non siano già in grado di fare (pensiamo ai bambini con malattie croniche – AGDITALIA, 2013).
Non accalorare il discorso con uno stato di paura e angoscia. Il “come” si parla è ancor più importante del “cosa” si dice, essendo maggiormente in grado di cogliere le emozioni che i contenuti. Lasciare spazio all’ascolto di possibili domande da parte loro.
Cosa è possibile fare?
Perché tutto questo?
Questo perché una delle cose che aiuta maggiormente gli individui di qualsiasi età nel ridurre l’incertezza è avere quante più informazioni possibili.
Qualsiasi comunicazione ai bambini e ai ragazzi può essere l’occasione di lasciarci stupire dalle loro reazioni e di rafforzare ancor di più il loro percorso di responsabilizzazione, sia nella cura di loro stessi che degli altri.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
AGDITALIA (2013).
Documento strategico di intervento integrato per l’inserimento del bambino, adolescente e giovane con Diabete in contesti Scolastici, Educativi, Formativi al fine di tutelarne il diritto alla cura, alla salute, all’istruzione e alla migliore qualità di vita.
Sara Salvietti