Spesso capita nelle relazioni che ci diciamo (o ci sentiamo dire) che dovremmo essere più assertivi.
Ma cos’è esattamente l’assertività?
Possiamo definire assertività come quella capacità che permette ad una persona di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie opinioni ed emozioni riuscendo a rispettare, sia se stessi, che l’altro; l’assertività infatti è strettamente collegata ad un
contesto relazionale in cui due o più persone si trovano a comunicare tra di loro idee, opinioni, emozioni, bisogni.
Ci può capitare di avere difficoltà ad esprimere le nostre opinioni se ci sentiamo aggrediti o prevaricati dal nostro interlocutore, altre volte invece potremmo essere noi a prevaricare sull’altro senza magari rendercene conto.
Nella prima situazione saremo di fronte ad uno stile comunicativo passivo, nella seconda, invece, ad uno aggressivo.
La passività e l’aggressività sono i due estremi opposti di una modalità comunicativa che vede al centro proprio l’assertività.

Ciò che caratterizza, infatti, una relazione assertiva è la capacità di riuscire a dire o chiedere qualcosa rispettando i propri bisogni e quelli altrui, senza aggredire l’interlocutore (in questo modo rispetto me stesso/a, ma non l’altro), né farsi schiacciare da lui (in questo modo rispetto l’altro ma non rispetto me stesso/a).
Riuscire a mettere in atto un comportamento assertivo significa riconoscere i diritti che ogni persona ha e che nessuno può violare (i cosiddetti “diritti assertivi”). Una
relazione tra due o più interlocutori si può definire assertiva se questi diritti vengono rispettati, nel caso in cui vengano violati, invece, si rischia di sconfinare in una relazione che ha caratteristiche di passività o di aggressività, prevaricando o
lasciandoci prevaricare.
Ma vediamo in dettaglio quali sono questi diritti.
Il diritto di essere se stessi.
Il diritto di agire in modo da difendere il proprio valore e la propria dignità senza
ledere l’integrità altrui.
Il diritto di avere bisogni e necessità anche diversi da quelli delle altre persone.
Il diritto di chiedere (ma non di pretendere!) ciò di cui si ha bisogno.
Il diritto di giudicare il proprio comportamento, i propri pensieri, le proprie
emozioni e di assumersene la responsabilità, accettandone le conseguenze.
Il diritto di essere anche illogici nelle proprie scelte.
Il diritto di non offrire ragioni o scuse per giustificare il proprio comportamento.
Il diritto di dire “no” senza sentirsi in colpa.
Il diritto di dire “non so” o “Non capisco”.
Il diritto di cambiare opinione.
Il diritto di commettere errori e di assumersene la responsabilità.
Il diritto di valutare se assumersi la responsabilità di trovare soluzioni ai problemi
degli altri.
Il diritto di non rendere sempre al massimo delle proprie possibilità.
(Baggio, 2004; Bauer et al., 2002; Pedrotti, 2008).
Ma come possiamo allora migliorare la nostra comunicazione al fine di renderla maggiormente assertiva?
Vediamo in dettaglio qualche strategia.
- Analizzare il problema specifico (cosa è successo e come ho reagito in quella specifica occasione?)
- Mettere a fuoco alternative possibili (cosa avrei voluto fare di diverso rispetto a ciò che ho fatto?)
- Sperimentare nuove soluzioni (individuare nuove modalità di relazionarsi che siano più funzionali e maggiormente utili al raggiungimento del nostro obiettivo, e al tempo stesso che garantiscano il rispetto di sé e dell’altro).
Bibliografia
Baggio F. , a cura di Assertività e training assertivo . Teoria e pratiCa per migliorare le capacità relazionali dei pazienti, 2013, Milano, Franco Angeli.